Ha 24 anni studia all’Accademia di Belle Arti, indirizzo
scultura e vorrebbe lavorare come professore al Liceo Artistico. Ha realizzato diverse mostre collettive e
progetti con insegnanti dell’Accademia, tra cui una esposizione in Polonia. La
sua arte è molto introspettiva e si basa sulle emozioni positive e negative. Tra gli artisti famosi si ispira a molte donne
tra cui Louise Bourgeois (ha letto la sua biografia “Distruzione del padre
ricostruzione del padre”, una raccolta di interviste scritte sul suo diario),
Tracey Emin, Sarah Lucas, Félix González-Torres.
Il suo coming out in famiglia lo descrive come un dramma a “…metà tra una scena angosciante di E.R. e una
telenovela spagnola, misto di tensione da film tragicomico, una scena surreale”:
la mamma scoppia in lacrime, il padre
reagisce con rassegnazione, la sorella invece, non ha problemi e difende
Stefano davanti ai genitori, parlando delle sue amicizie gay. A scuola, invece,
l’ha detto ai compagni con cui è molto legato, si ride e scherza e se capita lo
comunica anche ai professori con cui collabora per i progetti.
Stefano ha subito episodi di discriminazioni per i suoi modi
di fare alle scuole medie. Se, inizialmente rimane in silenzio, con il
tempo, inizia a reagire a rispondere.
Ricorda un episodio per strada in cui aveva il un giornale di Vogue e viene
insultato e chiamato “frocio” da un gruppo di ragazzi. “Sono rimasto sconvolto, mi hanno etichettato per una rivista” e
scherza: “Il giornale poteva essere per mia nonna!”.
La sua paura è sempre stata quello di non essere accettato
dagli altri ma non ha mai avuto problemi con sé stesso. Quando è fidanzato non
si nasconde, si comporta in modo normale e fa effusioni qualora ne avesse
voglia, ma rimane comunque sempre attento a chi lo circonda.
Tra i suoi hobby ci sono ascoltare la musica indie pop e
indie rock, guardare film di Woody Allen e Lars Von Trier. La sua pellicola
preferita è Kill Bill e in passato ha praticato basket, karate e nuoto. Critica
la comunità lgbt sostenendo che dovrebbe essere più unita, discriminare meno le
persone effeminate o le ragazze mascoline, lasciando ad ognuno la libertà di
essere ciò che è senza giudizi.
Prima di dirlo alla famiglia si è rivolto ad uno sportello
giovani di Arcigay dove ha ricevuto dei buoni consigli. Per questo suggerisce a
chi non ha fatto ancora coming out di non sforzarsi: “Fatelo quando vi sentite pronti. Non preoccupatevi se i genitori
reagiscono male, devono fare anche loro il loro percorso di accettazione e con
il tempo capiranno. Chi vi ama resta!”
Commenti
Posta un commento