SILVIA



Silvia ha 47 anni, lavora alla Lavazza e si occupa di sviluppo e ricerche materiali. Nel 2009 capisce chi è realmente: una donna nata in un corpo da uomo. Decide di andare da una psicologa ed effettuare il  percorso di transizione per dare realtà e concretezza al suo modo di essere.

Il suo coming out avviene prima con sé stessa,  poi davanti allo specchio, grazie ad un amico gay che la trucca e le mostra una nuova parte di sé, dicendole:  “Tu per me sei Claudia!” Enrico, il suo nome maschile, legge questa affermazione come un segno del destino poiché sarebbe stato il nome di famiglia qualora fosse nata bambina. In seguito sceglierà di chiamarsi Monica e poi successivamente Silvia compiendo quello che lei chiama il passaggio da “bruco, crisalide e farfalla”.

Ad aiutarla nel suo percorso c’è la moglie che ha sposato molti anni fa. Per salvare la sua relazione, inizialmente rinnega sé stessa, fino a quando a fronte di una ricaduta depressiva, capisce che la sua identità è un'altra. La moglie le sta accanto, la aiuta nel suo percorso ma le confessa  di essere innamorata di Enrico, non di Silvia e che la sua attrazione è verso gli uomini. Il loro amore rimane nonostante le difficoltà e attualmente stanno cercando di capire come avvicinarsi e riscoprirsi, trovando, fino a dove possibile, dei compromessi per venirsi incontro.

Silvia si ritiene molto fortunata e non ha mai vissuto episodi di transfobia. La sua famiglia accetta il suo desiderio di cambiamento, così come al lavoro i colleghi si pongono interrogativi, domande, cercano risposte e si confrontano con lei. Crede che sia necessario abituare le persone ai cambiamenti, educarli a piccoli passi, mostrando agli altri che anche se il tuo corpo cambia, tu rimani te stessa, con la stessa affidabilità di prima.

Attualmente è felice, fa volontariato al circolo Maurice Lgbt allo sportello SpoT di Torino e fa parte della Associazione trans Sunderam vicino al MIT - Movimento Italiano Transgender di Bologna, con l’obbiettivo di dare supporto, aiuto e proposte per le persone in transito. Ci tiene a sottolineare che le persone transessuali sono persone normali come tutti/e e che se arrivano a fare le prostitute è perché la società non li/le accetta, non gli permette di trovare un lavoro e il loro corpo diventa l’unico bene da utilizzare per sopravvivere.

Adora leggere la letteratura greca, i gialli nordici e le moto. Possiede un enduro Transalp, pratica tennis, trekking e alpinismo. Il suo film preferito è “2001: Odissea nello spazio” di Stanley Kubrick e il suo sogno nel cassetto è ricevere i nuovi documenti anagrafici e risposarsi con sua moglie.

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