MARCO E PIERO



Piero ha 46 anni di Savona, Marco 43 anni di Torino. Piero si occupa della progettazione formativa per le aziende e nell’ambito sociale, principalmente per disoccupati. Marco è un architetto e lavora per l’efficienza energetica degli edifici. Da 4 anni è impegnato anche per l’istituto IRES (Istituto di Ricerca della Regione Piemonte) nell’edilizia sanitaria sul controllo tecnico e sui finanziamenti richiesti dalle ASL. La sua passione per la fotografia lo porta a collaborare come fotografo per una serata gay, il Queever, conoscendo 5 anni fa, alla festa del Gay Pride, Piero, arrivato dalla Toscana per ritrovare i suoi amici. È subito un colpo di fulmine! Si sentono su facebook per diverso tempo e un anno dopo, Piero torna a Torino per andare a convivere con Marco. “Sopravvivere per 3 anni in un bilocale molto piccolo ci ha messi a dura prova!

A lavoro tutti sanno della loro omosessualità e li conoscono come coppia. Entrambi hanno avuto un percorso associazionistico, Piero in “Azione Omosessuale” con Vladimir Luxuria e in sindacato alla CGIL, quando apre lo sportello gay nella camera del lavoro di Torino; Marco in “Quore” una realtà che si occupa di diritti lgbt. “È fondamentale essere liberi, nella vita e sul lavoro. Siamo entrambi militanti e questo ci ha rafforzato e permesso di superare molte difficoltà”.

Non ricordano particolari episodi di discriminazione, tranne due, capitati per caso, in cui sono stati colti alla sprovvista: il primo usciti dalla stazione della metro, quando alcuni ragazzi gli fischiarono contro, il secondo quando una ragazza gli si affianca e commenta: “Che schifo!”. “Non avevamo neanche capito che l’insulto era rivolto a noi” dice Marco. “Non viviamo sulla difensiva, siamo così abituati ad essere spontanei che non pensavamo di aver dato fastidio a qualcuno solo perché ci stavamo tenendo per mano!”.  

Il coming out di Marco avviene a 18 anni in un locale storico di Torino, il Centralino. Qui inizia a battergli il cuore per un amico, ma è a 20 anni che lo dice ai genitori durante un trasloco, sperando che esso, li distragga. Rimangono per tre giorni sulla difensiva, ma col tempo lo accettano. “È necessario fare formazione ai genitori per fargli capire le cose, parlargli e spiegargli che è normale”.
Piero, invece, ha sempre saputo di essere gay, fin da bambino, ma fa coming out con la sorella a 17 anni. “Sono sempre stato spaventato non perché ero gay, ma perché cosciente di  quali difficoltà avrei incontrato in futuro”. A 22 anni sente la necessità di dirlo anche ai genitori e lo fa in maniera indiretta, facendo trovare alla madre delle lettere che aveva scritto anni prima alla sorella. “Con lei è stata molto dura, ha una formazione cattolica anche se non è praticante. Inizialmente mi ha proposto di andare da uno psicologo. Ho accettato a patto che anche lei fosse andata in terapia da qualcuno di mia scelta. Questo compromesso l’ha fatta ragionare […]. Mia madre ha sempre sofferto la mia visibilità, il fatto che facessi parte di una associazione e manifestassi in prima linea. Aveva paura che finissi sui giornali e che tutti potessero sapere di me”.  Al padre non l’ha mai detto e quando pensava di farlo, lui è mancato improvvisamente. Rimane un grosso sospeso nella sua vita, ma è convinto che il genitore, abbia sempre saputo della sua omosessualità.

Il film preferito di Marco è Star Wars mentre Piero ama tutte le pellicole drammatiche che fanno piangere. Marco predilige la fotografia, Piero segue molto la politica e gli piace leggere. Per molto tempo ha giocato a pallavolo ma non ha mai pensato di fare carriera e continuare.  È attratto dalle grande voci come Whitney Houston, mentre Marco ascolta prevalentemente musica pop.

Il 20 maggio 2017 si sono uniti civilmente. Per il futuro progettano di viaggiare e scoprire il mondo insieme. Tra le varie tappe vi sono i Caraibi come viaggio di nozze, girare il Canada e il Giappone.


Commenti