Studente di giurisprudenza è impegnato nel volontariato con
i migranti.
Luigi ha 25 anni e il suo primo coming out è avvenuto in
terza media quando lo racconta alla sua migliore amica, per poi iniziare ad
aprirsi ai conoscenti più stretti. Lo rivela anche alla sorella con la quale
acquista maggiore complicità quando scopre che anche lei è lesbica.
Non frequenta locali lgbt, ritiene sia necessario creare
luoghi e ambienti in cui le serate siano aperte a tutti e dove ognuno possa essere sé stesso.
Frequenta amici prettamente “eterosessuali” e in alcune occasioni lo hanno anche difeso da battute indiscrete fatte per
strada. Sono proprio loro che spesso lo incitano ad andare nei locali gay,
perché la musica trasmessa è quella che gli piace per fare una serata
danzereccia.
Nell’ultimo anno ha fatto un viaggio a Chios, in Grecia,
come volontariato in un campo profughi di che ospita circa 3000 migranti
provenienti in prevalenza dalla Syria, dall’Iraq e dall’Afghanistan.
Racconta come questa esperienza lo abbia cambiato: “I profughi non sono sporchi, come molti li
definiscono. Sono persone che prima di fuggire facevano una vita uguale alla
nostra e si ritrovano, oggi, in condizioni pietose, costretti a vivere in
situazioni che tolgono la dignità ad un essere umano!” Nei campi riscopre
l’importanza di un essere umano, il dialogo attraverso i gesti e gli sguardi
degli occhi, la semplicità delle piccole cose e ritornato a Torino organizza
eventi e incontri per diffondere la sua testimonianza.
In futuro vuole diventare un avvocato dei diritti umani
occupandosi di “soggetti vulnerabili” come minori, detenuti, migranti e
omosessuali.
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