Ha 45 anni è disoccupato e lavora talvolta su progetti
presso il Circolo Maurice lgbtq. Si definisce gay queer e il suo coming out è
avvenuto a 17 quando scrive una lettera al suo compagno di scuola di cui si è
innamorato. Il sentimento non è ricambiato e si crea un allontanamento tra i
due che verrà superato con il tempo. Inizia a frequentare il Maurice per
conoscere altri ragazzi e confrontarsi, fino a diventare un attivista e
impegnarsi in prima persona, organizzando formazione e attività nelle scuole su
omosessualità, omofobia e bullismo. Quando si rivela alla famiglia ha alcune
ostilità da parte della madre, mentre avviene una totale comprensione da parte
del fratello e del padre.
Maurizio parte dal presupposto che le persone non siano
completamente eterosessuali ma abbiano una sessualità fluida. Le relazioni che
ha avuto sono state maggiormente con uomini che si definisco “etero”. Non ha
mai subito discriminazioni ma ammette di aver sempre evitato situazioni in cui
potessero capitare episodi di omofobia. Vive serenamente sé stesso ma riconosce
che non essendo l’omosessualità pienamente riconosciuta, si vive ancora in un
ambiente ostile.
Ha uno spirito anarchico e sostiene sia necessario
sovvertire l’ordine etero normativo e capitalistico lavorando su più piani,
dedicandosi agli stranieri, migranti e alle problematiche sul lavoro che sono
in costante aumento. Per migliorare la situazione delle persone lgbt è
necessario occuparsi della sensibilizzazione delle persone eterosessuali verso
la comunità gay. Se ad oggi, dopo 10 anni di Pride a Torino il clima è cambiato
e migliorato è anche grazie al lavoro delle associazioni che insieme sono
riuscite ad impegnarsi, abbassando il livello di omo-transfobia in città.
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